Traduttori proletari (con laurea) dell’editoria

Traduttori proletari (con laurea) dell’editoria

pubblicato in Sulle Traduzioni

da il 27 luglio 2013

Su “Venerdì” di Repubblica di questa settimana l’articolo di Marco Filoni a pp. 96-99 affronta nuovamente le difficoltà che i traduttori letterari riscontrano nel Bel Paese. Se è pur vero che quello del traduttore è un mestiere affascinante e cruciale, è altrettanto vero che in Italia la professione è ancora troppo poco riconosciuta e retribuita ancora meno.

Ne riportiamo alcuni passaggi:

Da molti decenni, i professionisti delle lingue che ci permettono di leggere i capolavori della letteratura mondiale sono sempre più bistrattati. Ad esempio: arrivano in libreria opere di autori i cui diritti sono scaduti (70 anni dopo la morte dell’autore) riproposte in traduzioni vecchissime e inappropriate pur di non doverne pagare una nuova.”

“Di sicuro i lettori, gli amanti dei libri, vorrebbero sempre traduzioni belle e ben fatte. E allora toccherà affidarsi alla seduzione dei traduttori. Perché aveva ragione Gesualdo Bufalino, citato da un’altra nostra brava traduttrice, Gioia Guerzoni: «Il traduttore è con evidenza l’unico autentico lettore di un testo. Certo più d’ogni critico, forse più dello stesso autore. Poiché d’un testo il critico è solamente il corteggiatore volante, l’autore il padre e marito, mentre il traduttore è l’amante».”

Per leggere l’articolo completo: http://periodici.repubblica.it/venerdi/

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